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I capperi di Pantelleria e le sue proprietà terapeutiche

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Anche il cappero di Pantelleria che cresce sempre vicino ai dammusi in affitto  ha i suoi vantaggi curativi. Grazie ai suoi principi attivi, in particolare rutina e quercetina, questa pianta ha proprietà antiossidanti, antinfiammatorie e immunoprotettive. Dalla corteccia si ricavano ancora decotti antireumatici e diuretici, mentre i boccioli macinati e spalmati sulla pelle possono essere usati come maschera sbiancante contro la vitiligine e la couperose. Esisteva anche un vino medicato prodotto dai romani che lasciavano macerare i boccioli con bacche di ginepro per due mesi. Inoltre i capperi sono ricchi di sali minerali, come calcio e magnesio, e di vitamine come la vitamina A, C, E, K. A causa del metodo di salatura sono inadatti a chi soffre di ipertensione, mentre sono un ottimo alimento contro il diabete perché riducono lo zucchero nel sangue e migliorano le funzioni epatiche senza effetti sui reni. 

I capperi di Pantelleria sono conosciuti e coltivati sull’isola da molto tempo: le origini di questa pianta vengono fatte risalire addirittura agli antichi Greci e Latini. Fin da quell’epoca infatti il cappero aveva un grandissimo impiego gastronomico.In particolare, i capperi di Pantelleria sono sempre stati ritenuti un’eccellenza: ne parlavano già Dioscoride e Plinio, e nel corso del tempo sono stati giudicati più volte come i “migliori capperi del mondo”.

La primissima menzione ufficiale dei capperi di Pantelleria si deve a Nicolo de’ Nicolai, cameriere e geografo del Re di Francia, che intorno alla metà del XVI secolo porta agli onori della cronaca quelli di Panthalarea (antico nome di Pantelleria) «dove fa gran copia di cottone e capperi, fichi, melloni e buona uva…

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